martedì 8 maggio 2012

PROCESSI DIAGRAMMATICI PARAMETRICI & SOSTENIBILITA’ DIGITALE

PROCESSI DIAGRAMMATICI PARAMETRICI & SOSTENIBILITA’ DIGITALE
Una ricetta di architettura: il Museum Mercedes-Benz a Stoccarda di UNStudio



Ingredienti speciali per una ricetta del 2002, finita di cuocere nel 2006:
a. 3 cerchi;
b. vetro in lastre 4,5x2,4 m;
c. alluminio in fogli di 4 mm;
d. cemento armato (q.b.);
e. Personal Computers (indispensabili);
f. Software 3D;
g. Creatività (tanta).


Preso uno spazio a 2 dimensioni, disegnare 3 cerchi, descrivendo, al centro, un’area triangolare. Estrudere la forma base secondo una direttrice spiraliforme e ripeterla 6 volte nella direzione ortogonale al piano di lavoro. Si otterrà un volume, che occupa una superficie di 16500 mq che affaccia su un vuoto centrale in cui hanno sede e si alternano spazi espositivi, uffici, un negozio, un ristorante e spazi di sosta. Raccordare quindi i piani attraverso rampe e scale tangenti a due circonferenze successive. Definire i parametri base per il calcolo di strutture in cemento armato negli spessori dei nuclei sospesi nel vuoto interno e in porzioni di facciata. Applicare i carichi verticali a tali nuclei di distribuzione, a pareti e pilastri, prestando attenzione nella scelta della sezione in modo tale da consentire il passaggio degli impianti. Tamponare il modello con superfici le cui caratteristiche rinviino ad elementi in alluminio e vetro, evidenziando punzonamento e stratigrafia, rispettivamente, tra le lavorazioni. È utile convertire il modello a geometria congelata in CAD (Computer-Aided Drafting) definito da quote e tecniche di gestione parametri che(knowledgeware) in una procedura operativa CAM (Computer-Aided Manufacturing) che simuli il percorso dell’utensile nella lavorazione con macchine a controllo numerico. L’output di questo processo genera un linguaggio comandi/coordinate che serve alla macchina utensile per la lavorazione ex-standard ISO. Ciò consente la verifica della fattibilità della parte e per velocizzare i tempi di produzione dei pezzi. Inserire autoveicoli e motocicli Mercedes-Benz; pannelli digitali e informativi, impianti di condizionamento, illuminazione e canalizzazioni per la ventilazione. Servire su una superficie totale di 25000 mq in un’area periferica in un paesaggio collinare tedesco nei pressi di un nodo infrastrutturale.
N.B.: verificare le tolleranze dei sistemi costruttivi, prevedere i tempi di asciugatura e ritiro differenziato; organizzare preventivamente il cantiere.
Questi gli ingredienti per il Museum Mercedes-Benz a Stoccarda. UN[a] ricetta innovativa in cui converge lo STUDIO su aspetti strutturali e formali, dall’organizzazione dei percorsi museali ai dettagli costruttivi, dalla sincronizzazione automatica dal processo progettuale al microclima interno, il tutto tramite software avanzati. Gli ingredienti di questa ricetta di architettura, del tutto innovativa, sono sempre travi, pilastri e solai, rapporti tra pieni e vuoti, percorsi e tecnologia. La differenza sta nella re-invenzione totalmente nuova di singoli elementi che, attraverso operazioni combinate complesse, generano, nell’operazione di sintesi, forme IBRIDE che aprono nuove potenzialità linguistiche in ambito progettuale. La trave non è più il solido a sezione costante sviluppata lungo un asse che tanto ha assillato le ricerche di Saint-Venant. Essa è rappresentata ora da un sistema twist: una trave scatolare larga 5,4 m e alta 7,1 , nel punto di ancoraggio a uno dei lati brevi dello sviluppo del volume, che termina in una sezione inclinata di 20°, dopo un’estensione di 32 m. il pilastro, lungi dall’essere un elemento cilindrico o quadrangolare regolare, perpendicolare alla superficie di terra, è ora inclinato, per seguire il movimento di rotazione dell’edificio. Se la forma in-forme ricorda le nurbs che hanno originato l’esito finale della Biblioteca di Cottbus di Herzog & de Meuron, il modello di riferimento è la metafora dell’abitacolo della macchina. 
Se il percorso a discesa dall’alto al basso è memoria del Guggenheim Museum newyorkese, qui, però, il percorso si eleva snodandosi secondo due direttrici, secondo un doppio layer: il primo segue la traiettoria spaziale, dedicata alla produzione, uno spazio teatrale in cui l’effetto coloristico è il risultato di luci, materiali e suoni; l’altro, quello temporale, è il livello del mito dei prodotti che hanno fatto la storia della Mercedes, spazialmente ordinato, in stretto rapporto con l’esterno e teso verso di esso. Il risultato è un museo anticonvenzionale il cui protagonista è il visitatore stesso, libero di muoversi nel tempo e nello spazio, in un rapporto interattivo con l’oggetto esposto.  Il vuoto centrale, strumento progettuale ripreso dall’architettura storica, domina il controllo bioclimatico dell’edificio, funzionando come un camino per un’efficiente circolazione dell’aria. La copertura vetrata, quella del vano centrale, risponde ai requisiti per l’illuminazione naturale zenitale. Quando Le Corbusier ha teorizzato i 5 punti, di certo non avrebbe pensato ad una finestra a nastro continua che avvolgesse l’edificio, nè avrebbe pensato che potesse correre lungo l'involucro, piegarsi con esso, inclinarsi per seguire il  movimento danzante e fluido. Pieni e vuoti, cemento, alluminio e vetro sono il linguaggio dei materiali scelti, elemento di facciata, attrattivo all’occhio del guidatore che percorre l’autostrada vicina. Una facciata sempre diversa, i cui effetti di ombreggiamento e nei passaggi graduali tra totale trasparenza e totale opacità, manifesta



una modificabilità dovuta al trascorrere del tempo e delle stagioni. L’ambito di ricerca, iniziato negli anni ’90, diventa qui atto compiuto attraverso processi che consentono il “salto” dall’ideazione alla costruzione del tutto inaspettati. Se nelle teorie di van Doesburg e di Mies Van der Rohe è facile riscontrare la tesi per cui lo spazio contraddistinto da un reticolo geometrico offre innumerevoli possibilità, questi parametri, statici e regolari, sono solo il limite, ormai superato, dalle innumerevoli applicazioni di modellazione solida. Il “salto” concettuale dalla carta da schizzo alle curve isoparametriche, matrici, powercopy, isomorfismo, mating flange sono i nuovi confini e gli strumenti che questa architettura utilizza. Sono gli ingredienti di una nuova linguistica, un "salto" di paradigma in cui il processo animato di un algoritmo, ripetuto e dinamicizzato in un ambiente a 2 dimensioni con potenzialità tridimensionali, è in grado di generare uno spazio virtualmente modificabile. Concentrate le idee su un tema progettuale, combinando n volte i parametri di base, si possono ottenere infiniti diagrammi, di cui solo uno invera un’architettura. Quando il processo digitale, prefigurazione virtuale della realizzazione materica nell’architettura utilizza anche i materiali strettamente necessari, computati preventivamente nel modello solido, si può parlare di NUOVO PARADIGMA: un processo diagrammatico parametrico di sostenibilità digitale.

2 commenti:

Antonino Saggio ha detto...

Bello e molto utile a chi legge. In particolare il dettaglio su.. creatività tanta

Antonino Saggio ha detto...

Bello, utile a chi legge, interessenate l'ingrediente necesario tanta creatività